Quando sono arrabbiato e torno a casa,
scaravento tutto per terra,mi piace far capire che sono arrabbiato,
così mia madre è costretta a sforzarsi di parlare con me,funziona sempre.
È vestita,sembra una madre qualunque appena tornata da lavoro,mi segue,
in bagno nel corridoio,in cucina,apro il frigo e lo richiudo,non ho fame,
mi segue fino in camera,le sbatto la porta in faccia,saranno tre miliardi di anni
che non la sento urlare così,rimango senza parole,si lamenta che non metto mai
in ordine,lascio tutto in giro,vestiti scarpe,forbici,è stufa dei miei esperimenti
concettuali,stufa,la casa è sottosopra,mi si può parlare a malapena,
cosa c'è che non va?
È proprio questa la cosa,cosa c'è che non va?
Una domanda generale,una domanda che tutti si pongono,senza poter rispondere.
Resto dall'altra parte della porta,non rispondo,in silenzio dentro me,
c'è per esempio che pure io sono stufo,stufo che mi si parli come un diverso,stufo
di sembrare quello che non sono,stufo di tutto,
c'è che non mi ama più,mi ama e non lo sa,oppure è innamorata d'un altro oppure
ce l'ha con me,c'è che mi manca l'aria,il problema,con le ipotesi,è che se ti lasci andare
si moltiplicano alla velocità del suono.
non mi piace questa nuova vita,non mi piace quando le cose svaniscono,
non mi piace il calare della sera,queste giornate che finiscono nell'ombra ,
per sempre.
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