C'era una volta un bambino che leggeva tutto il giorno appollaiato sugli alberi.
Una sera quando lo chiamano per cena,si rifiuta di scendere,
cala la notte,ma lui non ha paura,in lontananza si odono dei tuoni,
in lontananza i fulmini squarciano il cielo sereno.
È la storia di un bambino in equilibrio su un ramo,che si ciba solo di libri,
esita un po' nella scelta dei libri,perché a volte le parole sono troppo pesanti.
Passano i giorni e il bambino e ancora lassù,lo chiamano,lo supplicano di scendere,
portano scale e sgabelli,portano sogni,gli promettono la luna.
È la favola di un bambino che mangia la carta,pagine su pagine.
Ben presto tutto il corpo gli diventa grigio,la pioggia lascia strisce d'inchiostro sulla pelle,
Ben presto,inizia a rimpicciolirsi,diventa minuscolo,sottile come una pergamena consunta o
come una foglia d'oro,portano via le scale e gli sgabelli,la lasciano svanire in cima al ramo.
Piangono in silenzio,piangono dentro,attorno al fuoco,piangono il bambino che era,
piangono quel bambino smarrito che continua a sciogliersi,si chiedono dove trovi ancora
la forza per restare aggrappato all'albero,una sera il silenzio è rotto dallo scoppio d'un temporale,
i rami si piegano sotto la furia del vento.Un vento fortissimo come non si era mai visto.
Al mattino il bambino non c'è più.
Ha lasciato un messaggio sull'albero scarabocchiato su un pezzo di carta.
Ma è una frase illeggibile.
La vita è fuori,la vita,la vita.
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