martedì 3 ottobre 2017

PENSIERI 0.4

Ho letto Pirandello e Nietzsche,filosofia profonda che richiama il concetto del conoscersi del sapersi,
un argomento molto delicato visto la società in cui viviamo schiava delle apparenze,il conoscersi e il sapersi alla vista degli altri,sono due enigmi che non só se potranno mai trovare un punto di incontro,per questo in tale senso io credo che volendo essere pessimista,non troveremo mai un incastro al cento per cento con un altra persona,un altro animo che riesca a capire fino in fondo il nostro essere.Togliendo fiato al pessimismo e rinunciando per un attimo alla teoria dei due scrittori,
credo infatti che sia possibile plasmarci ad un'altra persona in modo da apprendere il più possibile e pretendere dalla stessa quello che essa è capace di darti,l'apprendere come il sapere, il voler sapere,
la sete di ricercare in ogni cosa qualcosa che non si sà,in siddartha herman hesse lo spiega benissimo,
siamo tutti alla ricerca del nostro io e il sapere ci avvicina a quell'io che tutti cerchiamo,ma se non plachiamo la sete del sapere non troveremo mai il nostro io,la felicità la libertà,quello che penso io allora e che il voler cercare di sapere più cose è un inganno per il nostro io interiore che non troveremo mai,la ricerca delle cose tramite il voler scoprire se stessi per me è un paradosso,anche gli stessi scrittori parlano di se stessi come delle persone estranee,di cui a volte non e riconoscono nemmeno il volto.

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